Messo di fronte alle
stragi quotidiane causate dai tanti focolai di guerra pericolosamente
accesi sul nostro pianeta, il tema della progressiva estinzione delle
specie animali potrebbe anche essere considerato, per certi versi, non meritevole di tanta attenzione: eppure, secondo un recente rapporto del Wwf,
a fronte di una popolazione umana in costante aumento a partire dagli
anni settanta, gli appartenenti al regno animale si sono
drasticamente ridotti, con grave rischio per l'intero ecosistema
nonché per la nostra stessa sopravvivenza.
Secondo gli
ambientalisti, infatti, ben il 60% degli elefanti delle foreste
dell'Africa centrale e occidentale denota una costante decrescita, la
popolazione dei leoni del Mole National Park del Ghana è diminuita
addirittura del 90%, e la stessa tragica sorte sta per toccare anche
i rinoceronti, gli oranghi, gli uccelli migratori, i lupi, gli orsi e
i cetacei.
Basti pensare, al
riguardo, che solo nel corso dell'ultimo anno sono stati ammazzati
tra i 22.000 e i 25.000 elefanti (ad una media di 70 al giorno),
mentre in Sudafrica negli ultimi 7 anni si è passati da 13 agli
attuali 1.004 rinoceronti uccisi: allarme rosso, poi, per un altro
animale ormai pericolosamente avviato sulla china dell'estinzione
come la tigre, di cui si conta la soppressione di ben 1.400 esemplari
in 10 anni, su una popolazione di poche migliaia.
Questa ennesima
catastrofe criminale sta ormai distruggendo non solo i sistemi
naturali e le biodiversità, bensì sta letteralmente devastando
l'esistenza di interi gruppi sociali autoctoni, oltre che rendere
tutti, noi occidentali compresi, immensamente più poveri ed esposti
ad ignoti rischi per la nostra stessa salute.
Per non dire del
coinvolgimento della criminalità internazionale in questa piaga che
sta minando il futuro della Terra: a tale proposito, secondo il
Living Planet Report, il commercio degli animali, in particolare di
quelli esotici, rappresenterebbe il quarto mercato illegale mondiale,
subito dopo quello della droga, armi ed esseri umani, con un giro
d'affari di 23 miliardi di dollari l'anno.
Tutto ciò, in un
contesto di crimini ambientali diffusi come la deforestazione, il
bracconaggio, la pesca di frodo, le estrazioni illecite, scarichi
abusivi di rifiuti tossici, che contribuiscono a far lievitare il
costo di tali nefandezze fino a 213 miliardi di dollari ogni anno,
com'è ampiamente dimostrato dalle indagini condotte da Unep (Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente) e Interpol.