Il fatto stesso che l'energia
prodotta da sole e vento, una volta trasformata in gigawatt, possa essere immessa in rete sotto forma di energia elettrica, rende sempre
più importante la ricerca di modi sempre più efficaci e
convenienti, per poter immagazzinare queste fonti di energia
rinnovabile.
Ciò in considerazione del fatto
che i problemi legati allo stoccaggio dell'energia prodotta in modo
discontinuo rappresentano, ancor oggi, uno dei punti deboli che impediscono alle rinnovabili di prendere decisamente il
sopravvento.
Ora, a quanto pare, le cose potrebbero cambiare: come rivela Michael Aziz, scienziato presso la Harvard
University di Cambridge, in Massachusetts, infatti, la soluzione
risiede tutta in una rivoluzionaria batteria di flusso low cost, capace di immagazzinare ed erogare energia ad alta densità,
senza il bisogno di ricorrere all'utilizzo di metalli costosi.
Nella ricerca, pubblicata sul
portale scientifico Nature, viene descritto innanzitutto il grande
vantaggio di queste batterie di flusso in termini di capacità di
stoccaggio di energia su larga scala: fino ad oggi, le poche decine di batterie di
flusso più avanzate si affidano tutte agli ioni di vanadio, come sarà anche per la più grande del mondo, che il Giappone avrà pronta per il 2015.
Ma il problema è che il vanadio
è molto costoso, tanto che negli ultimi decenni i ricercatori hanno
studiato molti altri elementi chimici da utilizzare e combinare per
la raccolta delle energie rinnovabili, anche se pochi di questi si
sono alla fine rivelati idonei allo scopo.
Anche per questi motivi, gli studi di Michael Aziz si sono concentrati sul
mondo della chimica organica, fino alla scoperta di una sostanza capace di
fornire delle prestazioni molto simili a quelle del vanadio, ad un
costo nettamente inferiore: il chinone.
Una siffatta batteria di flusso,
infatti, avrà la capacità di conservare un kilowattora di energia
prodotta, al modico prezzo di 27 dollari, ovvero ad un terzo del
costo richiesto dalla batteria di flusso al vanadio: ulteriori
miglioramenti, inoltre, potrebbero renderla competitiva anche per
immagazzinare grandi quantità di energia, come l'aria compressa.
In conclusione, pur necessitando
l'invenzione di Michael Aziz di una definitiva messa a punto,
quantomeno per avvicinarsi il più possibile alle prestazioni delle
batterie di flusso al vanadio, è certamente possibile affermare che
ha aperto la strada per una nuova generazione di accumulatori di
energia sempre più efficienti.