Da coloro che detengono il potere,
il sentimento di sfiducia, inteso come distacco e disaffezione dei
cittadini dalle proprie istituzioni rappresentative, è spesso
sbrigativamente liquidato con il termine di “antipolitica”.
In particolare per la nostra
impresentabile classe politica, in ciò spalleggiata dai media di
regime, ogni richiamo a principi quali l'onestà, la giustizia, il
rispetto della Carta costituzionale e dei diritti di cittadinanza,
produrrebbe addirittura effetti negativi su quella stabilità
politica richiesta dai mercati (?).
Tanto da far credere a milioni di
italiani che, nonostante le condanne definitive e le indagini
giudiziarie in corso, non esiste alternativa a questo sistema dei
partiti: ovvero, Hic Rhodus, hic salta.
Ma c'è anche
chi, come lo studioso transalpino Pierre Rosanvallon, dà di tutto
ciò una lettura decisamente controcorrente.
Per lui,
infatti, la “sfiducia”, lungi dal rappresentare il sentimento
passivo dell'antipolitica, assolverebbe alla precisa funzione di
“vigilare affinché il potere eletto mantenga i suoi impegni”, alla stregua di un contro-potere, mirato a correggere l'azione
politica e ad incalzare i governi a rendere conto del loro operato.
In questi
termini la sfiducia, in quanto espressione dei poteri indiretti
presenti nella società -secondo Rosanvallon- deve essere considerata
una vera e propria forma politica, inclusa nel concetto stesso di democrazia moderna.
E questa
trasformazione dell'ambito partecipativo ed espressivo ha trovato,in questi anni, un formidabile alleato nella Rete, nella sua accezione di
spazio libero e generalizzato di vigilanza e valutazione del mondo.
La massima
considerazione attribuita da Pierre Rosanvallon alla cosiddetta
“società della sfiducia”, ha fatto sì che l'ambiente accademico
lo tacciasse d'essere un'ottimista visionario.
Invece: come
ampiamente dimostrato nelle recenti elezioni politiche nel nostro
Paese e, in misura seppur minore, in altre realtà europee, il
pensiero di Rosanvallon ha trovato più d'una conferma.
Se è pur
vero, infatti, che l'obiettivo dichiarato dallo studioso francese è
quello di descrivere le conseguenze della sfiducia sulla società,
piuttosto che sul sistema politico-elettorale, è altrettanto vero
che la sua “lezione” è, oggi, di grande utilità per comprendere
la più recente storia politica europea.
Fenomeni
quali, ad esempio, la centralità della dimensione della vigilanza
dei cittadini nella proposta politica, oppure l'uso di Internet come
luogo e forma di nuove espressioni dell'organizzazione del consenso e, infine, l'affermazione di nuovi attori (MoVimento 5 Stelle in Italia, Partito Pirata in Germania, ecc.), dimostrano l'ampia diffusione raggiunta dalla contro-democrazia popolare, ormai matura per sostituire
definitivamente il corrotto sistema dei vecchi partiti.