Quando si è spinti dalla
disperazione, si è costretti ad osare l'inosabile e, magari,
decidere di andare contro le abitudini e financo le convinzioni di
tutta una vita, tanto, giunti a quel punto, c'è poco o nulla da perdere: fu
proprio questo che fece Rob McEwen, l'amministratore delegato
dell'azienda canadese Goldcorp, quando i giacimenti minerari
iniziarono a sfornare metallo giallo a singhiozzo.
Era la fine del 1999, quando
McEwen decise di rivelare al mondo ciò che di più prezioso e
segreto un'impresa mineraria possiede: persuaso del fatto che le
migliori menti geologiche non sedessero negli uffici della società,
bensì da qualche parte là fuori, il manager scelse di condividere
con la rete nientemeno che i dati geologici relativi ai giacimenti
d'oro di proprietà dell'azienda.
La speranza era che qualcuno,
sulla base delle informazioni condivise, fosse in grado di aiutare la
Goldcorp a trovare nuovi filoni di estrazione, in cambio di una
cospicua ricompensa in denaro: la risposta della rete stupì lo
stesso McEwen, visto che nel giro di poche settimane arrivarono
suggerimenti relativi a 110 possibili nuovi siti, 50 dei quali mai
presi fin ad allora in considerazione dai ricercatori della Goldcorp.
La cosa più strabiliante, fu che
l'80 per cento delle aree proposte dagli utenti del web si rivelarono ricche d'oro per un
valore superiore ai 3 miliardi di dollari: non solo, grazie al
contributo dei geologi virtuali, l'azienda risparmiò un tempo di
esplorazione stimato in due o tre anni di lavoro, cosa che aiutò la
Goldcorp a diventare un autentico colosso del settore estrattivo.
Rob McEwen probabilmente non lo
sapeva, ma il modello da lui adottato, di lì a qualche anno,
sarebbe diventato famoso con il nome di crowdsourcing, neologismo che
evoca il ricorso ad una sorta di intelligenza condivisa delle masse (crowd),
attraverso il coinvolgimento dei navigatori nella ricerca di idee e
soluzioni.
Dopo innumerevoli esempi, come
quello classico e ancora insuperato di Wikipedia, ecco che in Italia,
grazie a Grillo e Casaleggio ma, soprattutto, per merito dei
cittadini portavoce del MoVimento 5 Stelle in Parlamento, il
crowdsourcing ha ottenuto il proprio battesimo anche in un ambito da
sempre considerato territorio esclusivo dei “professionisti”
della politica, ovvero quello legislativo, con il portale "Proposte di legge parlamentari".
La via per la democrazia diretta è ormai irreversibilmente tracciata: mettere in comunicazione portavoce e cittadini, raccogliendo le energie e le
esperienze dei singoli intorno a specifici provvedimenti di
legge, c'è da scommetterci, non potrà che dare risultati eccellenti
per tutti quanti, a partire da un rinnovato (e meno costoso) rapporto di fiducia nei
confronti delle istituzioni.