Non sarà certamente famoso come
quello di Loch Ness, ma anche il nostrano lago di Como può vantare
il suo bel mostro acquatico.
Al contrario dei molti che
l'hanno dimenticato, relegandolo nell'ambito delle curiosità o, al
massimo, tra gli studi di criptozoologia, a ricordarsi della sua
“esistenza” è stato nientemeno che Carlo Lucarelli, il noto
scrittore di gialli e conduttore televisivo.
Nel suo ultimo libro Strane
Storie, edito da Skira, dedicato ai misteri del mondo, Lucarelli
ripercorre, con dovizia di particolari, la storia di questo
mostro dimenticato, accostandola a quella del più rinomato parente
scozzese.
Nel libro viene ripercorsa la
storia delle apparizioni del Lariosauro -definito confidenzialmente
Larrie (in quanto sta nel
lago di Como)- che si sono susseguite a partire dalla metà
dell'ottocento, fino ai giorni nostri.
Anche se la leggenda del mostro
acquatico nacque nell'immediato dopoguerra quando, nel 1946, il
“Corriere Comasco” ebbe a scrivere di un misterioso ed enorme animale,
apparso nelle acque del Pian di Spagna.
Da allora le apparizioni
divennero più frequenti, tanto che nel 1954 alcuni pescatori avvistarono uno
strano animale che nuotava nelle acque di fronte ad Argegno, lungo
un'ottantina di centimetri, con il muso e la parte posteriore del
corpo arrotondata e dotato di zampe palmate.
Ma l'episodio più eclatante,
avvenne tre anni dopo, quando nel mese di agosto vene avvistata, tra
Dongo e Musso, un enorme creatura, la cui presenza venne confermata,
il mese seguente, da alcuni biologi che si erano immersi con una
batisfera nel lago, dove videro uno strano animale somigliante ad un
coccodrillo.
Trascorsi più di cinquant'anni,
Larrie tornò a far parlare ancora di se nel 2003, quando alcuni
pescatori riferirono d'essersi imbattuti in una specie di serpente
lungo oltre dieci metri.
Già in passato qualcuno aveva
ipotizzato potesse trattarsi di un discendente, chissà come
sopravvissuto, del Lariosaurus Balsami, ovvero del primo rettile
fossile rinvenuto nel nostro Paese, a metà dell'ottocento.
In tal caso, saremmo stati di
fronte ad un rettile bonaccione, ghiotto di pesci che pescava nelle
profondità del lago, circa 200 milioni di anni fa.
Il fossile più lungo di
Lariosaurus Balsami è oggi custodito in Germania, nel Museo di
Monaco di Baviera, ed ha una lunghezza di 90 centimetri dopo che, nei
bombardamenti del 1943, finì distrutto un altro esemplare, che si
trovava nel Museo di Storia Naturale di Milano, la cui lunghezza non
superava il metro e trenta centimetri.
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