Coloro che, a posteriori,
cercano un riscontro a quanto scritto -secoli fa- dal famoso veggente
Nostradamus, sono costretti ad eseguire un lavoro di libera
interpretazione, attraverso la decodifica di simboli generici e
metafore oscure, alterando in ogni caso il significato originario
delle sue “profezie”.
All'epoca in cui furono
scritte le sue Centurie, infatti, non era del tutto
conveniente apparire chiari e diretti, soprattutto per il timore
d'incappare nelle ire di fanatici religiosi.
Anche per questo, pare
che l'autore oscurasse volontariamente i propri scritti, utilizzando
artifici come l'uso alternato di diverse lingue (provenzale, greco,
latino, italiano, ebraico e arabo), ricorrendo all'uso di simboli, anagrammi e
neologismi.
Al punto che nella
seguente quartina (I, 29), qualcuno ha visto addirittura l'arrivo
degli extraterrestri “Quando il pesce terrestre acquatico / da
forte onda sulla spiaggia sarà messo / la sua forma strana soave e
orrenda / dal mare ai muri ben presto nemici”....chiaro, no?
Per non dire di quello
che è successo dopo gli attentati terroristici dell'11 settembre
2001, dove non è mancato chi (sempre a posteriori) ha trovato
profetiche le seguenti quartine “Cinque e quaranta gradi il
cielo brucerà / fuoco si approssimerà sulla Città Nuova /
nell'istante grande fiamma espanse brucerà / quando si vedrà dei
Normanni fare l'esperimento”.
Veramente suggestivo,
peccato che “cinque e quaranta gradi” non è la latitudine di New
York, ma di altre città quali Montreal, Ottawa, Lione, Milano o
Torino...e poi, dove sarebbero finiti i Normanni?
Non mancano altri
affascinanti esempi, come quello della quartina che -secondo alcuni-
si occuperebbe nientemeno che di Adolf Hitler “Bestie favolose
di forme, traghettanti fiumi / da più parti del campo andranno
incontro a Hister / in gabbie di ferro il grande le farà trascinare
/ quando nessuno osserverà la Germania”.
Peccato, però, che il
termine “Hister” nulla abbia a che fare con Hitler: sulle mappe
romane, infatti, con il nome di “Hister” o “Ister”, era
indicata la regione del basso corso del Danubio.
Anche in questo caso,
dunque, lo schema delle profezie di Nostradamus si rivela sempre lo
stesso, improntato alla vaghezza e all'indeterminatezza, arricchite
da metafore e simboli esoterici.
Così facendo, del resto,
prima o poi qualcosa la si azzecca, ma solo a fatti già accaduti e a
seguito di una fantasiosa -a volte bizzarra- interpretazione.
Nostradamus si guarda
bene dal fornire riferimenti oggettivi e facilmente identificabili e,
nei pochi casi in cui ciò avviene, le sue profezie non si sono mai
avverate.
Tra queste, l'indovino
avrebbe indicato la data del 1732, che avrebbe rappresentato il
culmine di una lunga e sanguinosa persecuzione religiosa che, in
effetti, non c'è mai stata, la distruzione totale della specie umana
nel 1792 (l'umanità non si è estinta), nonché un evento
catastrofico nel 1999, anno che si è distinto solo per l'eclissi
solare dell'11 agosto.
Nonostante le molte
evidenze dimostrino che Nostradamus non abbia, in realtà, predetto
nulla nelle sue Centurie, sono ancor oggi tantissimi i seguaci
ed i credenti dell'indovino in tutto il mondo.
Tra loro c'è chi non
demorde, anzi, continua a sostenere che se la fine del mondo non è
ancora arrivata, bisognerebbe cercare meglio in qualche altra parte
delle Centurie.
Non bisogna stupirsi più
di tanto: credere al magico è un bisogno “reale” della nostra
sfera irrazionale, che fa anche parte della nostra cultura.
In verità: quanti di noi
vorrebbero avere notizie sul futuro che li aspetta, sull'amore, sul
lavoro, sapere se sarà inventata una cura per una malattia
incurabile?
Non essendo in grado la
scienza moderna di fornire risposte a queste domande, ecco che in
molti emerge il bisogno di avere, comunque, un riscontro (vero o
inventato non importa), con la conseguenza di rivolgersi a quei
soggetti che “vendono” soluzioni a buon mercato: veggenti,
sensitivi, guaritori, ecc., ecc.