Sembrerebbe una vera e
propria contraddizione in termini, eppure, a fronte di una
diminuzione nel 2013 di casi di doping, il
consumo di medicamenti tra gli sportivi italiani risulta essere
particolarmente elevato, oltre che il più delle volte non
giustificato da adeguate indicazioni terapeutiche: a riferirlo è una
recente relazione prodotta dal Ministero della Salute, per illustrare
al Parlamento lo stato dell'arte delle normative vigenti in materia
di lotta al doping.
A tale riguardo si
evidenzia come, nel corso del 2013, il Ministero della Salute abbia
sottoposto a controlli 1.390 atleti, dei quali solo 39 sono risultati
positivi all'uso di sostanze proibite: se, per un verso, ciò rappresenta una diminuzione rispetto all'anno precedente,
d'altro canto occorre viceversa registrare un considerevole aumento
delle cosiddette preparazioni galeniche, realizzate dalle farmacie e
contenenti principi attivi quali diuretici, agenti mascheranti,
anabolizzanti e stimolanti.
Ma la vera novità del
nuovo report ministeriale non riguarda i farmaci dopanti,
bensì quelli consentiti, tanto che il 69,4% degli atleti sottoposti
ai controlli antidoping ha ammesso di far regolarmente uso di
medicinali (farmaci o prodotti omeopatici), oppure di preparati più
blandi come quelli a base di vitamine, sali minerali, aminoacidi ed
integratori: i prodotti più usati (40% dei casi) sono risultati
essere i cosiddetti Fans (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidi).
Nonostante non rappresenti una pratica illegale, l'assunzione dei Fans può tuttavia
risultare dannosa per la salute, soprattutto nel caso queste sostanze
vengano assunte con modalità e dosaggi diversi da quelli terapeutici
e consigliati, oltre che in concomitanza con l'attività sportiva
agonistica: come sottolineano gli esperti nella relazione, l'attività
fisica concorre di per sé all'aumento della frequenza cardiaca,
respiratoria e del metabolismo endogeno, determinando altresì
disidratazione.
Tanto che il combinarsi
di queste condizioni di stress potrebbe, in determinate circostanze,
provocare una pericolosa alterazione dell'effetto dei farmaci
assunti, se non addirittura modificare il loro percorso all'interno
del nostro organismo.