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mercoledì 2 luglio 2014

Sport & Salute: pericoloso abuso di farmaci

Sembrerebbe una vera e propria contraddizione in termini, eppure, a fronte di una diminuzione nel 2013 di casi di doping, il consumo di medicamenti tra gli sportivi italiani risulta essere particolarmente elevato, oltre che il più delle volte non giustificato da adeguate indicazioni terapeutiche: a riferirlo è una recente relazione prodotta dal Ministero della Salute, per illustrare al Parlamento lo stato dell'arte delle normative vigenti in materia di lotta al doping.

A tale riguardo si evidenzia come, nel corso del 2013, il Ministero della Salute abbia sottoposto a controlli 1.390 atleti, dei quali solo 39 sono risultati positivi all'uso di sostanze proibite: se, per un verso, ciò rappresenta una diminuzione rispetto all'anno precedente, d'altro canto occorre viceversa registrare un considerevole aumento delle cosiddette preparazioni galeniche, realizzate dalle farmacie e contenenti principi attivi quali diuretici, agenti mascheranti, anabolizzanti e stimolanti.

Ma la vera novità del nuovo report ministeriale non riguarda i farmaci dopanti, bensì quelli consentiti, tanto che il 69,4% degli atleti sottoposti ai controlli antidoping ha ammesso di far regolarmente uso di medicinali (farmaci o prodotti omeopatici), oppure di preparati più blandi come quelli a base di vitamine, sali minerali, aminoacidi ed integratori: i prodotti più usati (40% dei casi) sono risultati essere i cosiddetti Fans (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidi).

Nonostante non rappresenti una pratica illegale, l'assunzione dei Fans può tuttavia risultare dannosa per la salute, soprattutto nel caso queste sostanze vengano assunte con modalità e dosaggi diversi da quelli terapeutici e consigliati, oltre che in concomitanza con l'attività sportiva agonistica: come sottolineano gli esperti nella relazione, l'attività fisica concorre di per sé all'aumento della frequenza cardiaca, respiratoria e del metabolismo endogeno, determinando altresì disidratazione.

Tanto che il combinarsi di queste condizioni di stress potrebbe, in determinate circostanze, provocare una pericolosa alterazione dell'effetto dei farmaci assunti, se non addirittura modificare il loro percorso all'interno del nostro organismo.

martedì 27 agosto 2013

Allarme salute: Trovate sostanze cancerogene anche nelle e-cig

Premesso che la cosa migliore da fare, per un fumatore, sarebbe quella di non esserlo più, bisogna pur dire che, anche grazie all'introduzione sul mercato delle cosiddette e-cig, sempre più fumatori hanno, quantomeno, iniziato a prendere in considerazione l'idea di smettere con il fumo.

Ma, a quanto pare, anche le sigarette elettroniche conterrebbero sostanze cancerogene.
A lanciare l'allarme è stata la rivista d'oltralpe "60 Millions de Consummateurs", a seguito di uno studio scientifico, pubblicato dall'Istituto nazionale del Consumo (Inc).

Come spiega il caporedattore, Thomas Laurenceau, i risultati delle analisi condotte da esperti della rivista francese, avrebbero evidenziato molecole cancerogene in quantità significative, mai riscontrate finora, nel vapore delle e-cig.

Gli stessi ricercatori avrebbero, inoltre, constatato che in 3 casi su 10, il tasso di formaldeide contenuto sia nei prodotti “con”, che in quelli “senza” nicotina, risulterebbe quantomeno pari a quello delle sigarette tradizionali.

L'analisi avrebbe rilevato, senz'ombra di dubbio, che l'acroleina (molecola particolarmente tossica) verrebbe emessa in quantità importante, nonché in percentuali a volte addirittura superiori a quelle misurate nel fumo di alcune sigarette.

Presenti, infine, nella sigaretta elettronica anche l'acetaldeide (sostanza classificata come potenzialmente cancerogena), nonché, in alcuni dei modelli esaminati, anche tracce di metalli, come cromo, nichel e antimonio.

Dalle verifiche effettuate, sono inoltre emerse discrepanze tra quanto riportato dalle etichette, ed effettiva composizione delle e-cig, in particolare per quanto riguarda la presenza e le quantità di nicotina e glicole propilenico.

Visti i risultati, alle associazioni dei consumatori non è rimasto altro da fare che avvertire le competenti autorità sanitarie, invitandole ad una maggior sorveglianza sull'evolversi del nascente e redditizio mercato delle sigarette elettroniche.

A tale proposito, nelle scorse settimane il Parlamento francese aveva già votato un emendamento per vietare l'uso delle e-cig ai minori di 18 anni, mentre il Ministro della Salute, Marisol Touraine, dopo aver deciso di vietarne l'uso nei luoghi pubblici, sta predisponendo una circolare che ne vieti anche la pubblicità, come già per le sigarette tradizionali.

Dopo parecchi annunci e relative smentite -autentico tratto distintivo dei politici che governano il nostro Paese- in Italia vige, al momento, il solo divieto di vendita di e-cig con presenza di nicotina ai minori di 18 anni: perché non vietare, anche da noi, la pubblicità di questi prodotti?

lunedì 12 agosto 2013

Tumori: l'olfatto dei cani potrebbe rivelarli in anticipo

Il cane, ovvero il “miglior amico” dell'uomo, non finisce mai di stupirci: il nostro fedele animale domestico, infatti, potrebbe addirittura, essere in grado di prevenire l'insorgenza del cancro alle ovaie, grazie al suo fiuto eccezionale.
Questo, almeno, è quanto affermano i ricercatori del dipartimento di fisica e oncologia ginecologica dell'Università della Pennsilvanya.

Grazie alla preziosa collaborazione del Monell Chemical Senses Center (istituto no-profit che studia il gusto e l'olfatto) e del Pet Workin Dog Center (struttura per l'addestramento dei cani), gli scienziati stanno infatti per mettere a punto un dispositivo, che sarà in grado di diagnosticare precocemente quel particolare tipo di tumore femminile, proprio attraverso il fiuto dei cani.

L'idea ha preso vita dal fatto che le cellule tumorali, anche nello stadio iniziale della malattia, rilasciano un marcatore rilevabile che -come avviene con gli asparagi- influenzano l'odore delle urine, tanto che i ricercatori pensano di realizzare un'essenza specifica, progettando al contempo nuovi strumenti diagnostici, più economici e meno invasivi, rispetto a quelli utilizzati finora.

L'alto tasso di mortalità fatto registrare dal tumore alle ovaie, infatti, deriva soprattutto dal fatto che la malattia viene scoperta, quando ormai è in stato avanzato: secondo le previsioni dello statunitense National Cancer Institute, solo quest'anno in America il cancro ovarico ucciderà 14.000 donne, a fronte di 22.000 nuovi casi diagnosticati.

Per quanto riguarda, infine, l'impiego di unità cinofile in medicina, occorre ricordare che, già in altre circostanze l'olfatto canino si è rivelato utile come, ad esempio, nel segnalare ai diabetici quando il livello di zuccheri nel sangue sta raggiungendo la soglia di tollerabilità.

mercoledì 31 luglio 2013

Chi dorme bene in gravidanza, avrà certamente un bambino sano

L'importanza del fattore “sonno” sugli esseri umani, anche durante il delicato periodo della gestazione, è stata recentemente ribadita da uno studio condotto presso la Pittsburg Univerity, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Psychosomatic Medicine.

Secondo i ricercatori statunitensi, infatti, dormire in gravidanza fa bene alla salute del nascituro: lo aiuta a nascere di peso normale, oltre a favorire per la gestante una gravidanza serena e senza complicanze.
Viceversa, perdere il sonno, potrebbe mettere a rischio il futuro peso del bebè.

Il sonno in gravidanza, in questi termini, riveste notevole rilievo nei confronti di un sano sviluppo del feto, tanto è vero che, soprattutto all'inizio della gestazione, fatica e sonno si fanno sentire moltissimo nella donna incinta.

Sapientemente coordinati dalla psichiatra Michele Okun, gli esperti Usa hanno osservato e studiato un campione di 170 gestanti, alla 20/ima settimana di gravidanza, analizzando il loro sonno (quantitativamente e qualitativamente), nonché il funzionamento del loro sistema immunitario.

Al termine della sperimentazione, è emerso che le gestanti che avevano disturbi del sonno, presentavano anche uno stato infiammatorio alterato, tanto da farle considerare più a rischio complicanze, come il parto prematuro o -appunto- la nascita di un bambino sottopeso.


Dunque, mamme in dolce attesa, nel caso facciate fatica a prendere sonno, ovvero ritenete di dormire male, rivolgetevi senza indugio al vostro ginecologo di fiducia per avere i giusti consigli e, del caso, le opportune prescrizioni sanitarie o farmacologiche.

martedì 30 luglio 2013

Salute: Calo ormoni sessuali maschili causa i sintomi del Parkinson

Questo è quanto afferma uno studio prodotto da un team di neurologi della Rush University, secondo cui un calo improvviso del testosterone, l'ormone sessuale maschile, può provocare sintomi simili a quelli del morbo di Parkinson.

Nel descrivere i risultati di questa ricerca sul 'Journal of Biological Chemestry”, Kalipada Pahan, responsabile del progetto, ha spiegato “Mentre molti studi sul morbo di Parkinson si concentrano sull'utilizzo di diverse tossine e su complessi approcci genetici, noi abbiamo scelto di concentrarci sul testosterone”.

Così facendo, gli scienziati statunitensi hanno scoperto che l'improvviso crollo dei tassi di testosterone, come avviene ad esempio subito dopo una castrazione, può essere sufficiente a causare sintomi analoghi a quelli del morbo, nonché l'insorgenza di una patologia come il Parkinson nei topi maschi.

Abbiamo rilevato inoltre” -ha proseguito l'esperto- “che l'integrazione dell'ormone nella forma diidrotestosterone dall'enzima 5-alfa-reduttasi, produce un'inversione della malattia nel modello murino”.


In ultima analisi -conclude Kalipada Pahan- l'attivazione di interventi mirati alla conservazione di un buon livello di testosterone nei maschi, potrebbe rappresentare un importante passo in avanti, soprattutto in termini di promozione della resistenza nei confronti del morbo di Parkinson.

domenica 28 luglio 2013

SALUTE | SONNO: CON LA LUNA PIENA SI DORME MALE

Nulla a che fare con l'astrologia: è scientificamente provato, invece, che le fasi lunari possono influenzare gli ormoni che regolano il sonno, nonché la sua durata nella fase profonda.
Quelle volte che ci capita di far fatica a prendere sonno, di dormire male, oppure quando ci svegliamo ancora assonnati, e ci sentiamo poco riposati, prima di formulare qualsiasi ipotesi, apriamo la finestra e diamo un'occhiata al cielo: nel caso la Luna fosse piena, con ogni probabilità potremmo aver trovato il “colpevole” dei nostri fastidi.

E' quanto afferma uno studio pubblicato sul Current Biology, indicando i cicli lunari quali responsabili dell'influenza sull'attività cerebrale e sui livelli di ormoni nel sangue che, di fatto, contribuirebbero in larga parte a modificare la fisiologia del sonno.
La scoperta di questo legame, tra la Luna e la qualità del sonno, la si deve al team di ricercatori guidato da Christian Cajochen, della University of Basel.
Pare che gli scienziati abbiano notato che, alcune specie marine, mostravano ritmi endogeni con periodicità circalunare ma che -a dispetto di detti e credenze popolari- non vi era alcuna prova consistente a sostegno dello stesso tipo di connessione tra cicli lunari e fisiologia comportamentale umana.

Non convinti, i ricercatori del team, hanno voluto approfondire la questione analizzando il sonno di una trentina di persone, registrandone i pattern cerebrali, il movimento degli occhi (Rem) e le secrezioni ormonali, raccogliendo infine le impressioni dei soggetti sottoposti all'esperimento.
I risultati avrebbero dimostrato, inequivocabilmente, come in concomitanza della Luna piena, la qualità del sonno registrata, tenda a diminuire.
In particolare, le persone impiegavano più tempo a prendere sonno, dormendo mediamente meno che in altre fasi del ciclo lunare.
Non solo, anche i livelli di melatonina (l'ormone che regola il ritmo sonno-veglia) risultavano più bassi durante la Luna piena.

L'insieme dei risultati -hanno concluso i ricercatori- suggerisce che anche la specie umana non è immune agli effetti dei cicli lunari, pur non essendone pienamente consapevole.

Forse un retaggio, questo, di un lontanissimo passato in cui le attività e i comportamenti dell'uomo avrebbero potuto essere influenzati dai cicli lunari.

venerdì 26 luglio 2013

SALUTE | ALIMENTAZIONE: COME DIMAGRIRE MANGIANDO IL PANE

Quanti sono gli italiani e le italiane che riuscirebbero a fare a meno del pane nella propria dieta alimentare quotidiana?
C'è da scommetterci che, alla prova dei fatti, il loro numero sarebbe veramente esiguo.
Il pane, infatti, molto più di altri alimenti è considerato un vero e proprio nemico da tutti coloro che si accingono ad affrontare una dieta dimagrante.
Ad onor del vero tale affermazione, pur avendo un fondo di verità, non è del tutto corretta: molto dipende, infatti, dalla qualità del pane, che può essere di diversi tipi, ognuno dei quali con proprie e ben specifiche caratteristiche.

Premesso che il primo ed indispensabile ingrediente di una dieta corretta è il cosiddetto “buon senso”, proviamo a vedere come affrontare il problema, senza dover obbligatoriamente escludere il pane dalla nostra alimentazione.
Innanzitutto evitiamo di combinare, durante lo stesso pasto, pasta e pane, riso e pane e così di seguito, perché in questo caso finiremmo per dare ragione a chi dice che non si può praticare una dieta mangiando pane.
Opportuno sarebbe, invece, conoscere meglio le varie tipologie di pane con le relative caratteristiche e calorie, nonché le quantità da assumere.

Iniziamo con quello che viene denominato pane normale, realizzato con farina di grano tenero, più o meno ricco di mollica a seconda della lavorazione del panettiere, e contenente 269 calorie per 100 grammi.
È il pane maggiormente utilizzato, lo si trova regolarmente anche nei forni artigianali, dove viene in genere cotto nei forni a legna.
C'è poi la classica rosetta, una delle più amate dagli italiani, anche perché comoda da consumare per un veloce spuntino; è però più calorica rispetto al pane normale, visto che contiene 289 calorie per 100 g, ed è pertanto sconsigliabile, a meno che non se ne consumi nella quantità di semplice panino.

Il pane di segale, invece, è quello con meno contenuto calorico in assoluto, dato che contiene solo 219 calorie per 100 g. e, per questi motivi, potrebbe certo far comodo a chi non vuol rinunciare a qualche fetta in più a tavola ma -attenzione- ha il difetto di essere particolarmente ricco di sale, per cui sarebbe opportuno evitarlo.
Veniamo ora al pane integrale, in assoluto il più consigliabile, visto che è uno dei meno calorici con le sue 224 calorie per 100 g.: questo tipo di pane possiede, inoltre, parecchi vantaggi.

In primo luogo è particolarmente saziante, grazie alla grande quantità di fibre che contiene, fibre che aiutano altresì a regolare la funzione intestinale, viceversa messa a dura prova dall'ingestione del pane normale.
Un altro tipo di pane che appartiene a pieno titolo alla categoria dei più amati, se non altro dai bambini, è il pane al latte: gustoso, soffice e morbido.
Anch'esso, però con un difetto non trascurabile: le sue 295 calorie per 100 g., che lo rendono, di fatto, sconsigliabile in una dieta ipocalorica.

Infine, ecco il pane all'olio, uno dei più apprezzati e saporiti, ma anche in assoluto il più calorico con le sue 299 calorie per 100 g.; ciò che lo frega è l'apporto dei grassi utilizzati nella preparazione, addirittura 5,8 g. per ogni etto.
Anche dal panino all'olio, dunque, è meglio stare alla larga, a patto che non si vogliano ridurre notevolmente le quantità degli altri alimenti della nostra dieta, a compensazione dell'eccesso di calorie ingerite.

In conclusione, come appare da questa pur breve carrellata, bisogna dire che c'è pane e pane, e quindi non tutto va eliminato, anche se è necessario esercitare un'opzione a favore di quello che riteniamo il più adatto alle nostre esigenze.
Nel caso di una dieta ipocalorica, a scopo dimagrante, quello che meglio si adatta è certamente il pane integrale, soprattutto per il fatto che, a fronte di uno scarso peso calorico, possiede un alto valore saziante.
Convinti? Il pane, di per sé, non rappresenta un alimento nemico della nostra dieta, basta usare moderazione, oltre all'ingrediente indispensabile di cui abbiamo detto all'inizio, ovvero: il buon senso.

lunedì 22 luglio 2013

SALUTE | BOTULINO: ECCO IL KILLER INVISIBILE DEL PESTO SOTT'OLIO

Il botulismo è una patologia causata da un'intossicazione alimentare, dovuta all'ingestione di sostanze nelle quali è presente la tossina del Clostridium botulinum.
Questo batterio, diffuso nel terreno, è del tutto innocuo finché si trova a contatto con l'ossigeno.
A trasformarlo in un'autentica minaccia per la vita umana, come nel caso di Genova in cui sono state ricoverate venti persone che avevano consumato del pesto in vasetti, sono -spesso- le cattive condizioni di conservazione degli alimenti.

Fortunatamente, però, ciò non avviene in ogni circostanza: la tossina viene infatti prodotta solo in mancanza di ossigeno, e quando le temperature superano i cinque-dieci gradi, mentre non si forma in ambienti molto acidi (salsa di pomodoro o aceto).
Onde evitare ogni tipo di rischio, poiché il vero nemico del botulino è rappresentato dal calore, basterebbe cuocere i cibi da conservare a 105° per due ore, oppure metterli nella pentola a pressione per dieci minuti.
In caso di cottura breve, e se i cibi sono successivamente conservati sott'olio, si corre il rischio che qualche spora possa sfuggire.

D'altra parte, non esiste alcun modo certo per riconoscere i cibi contaminati dal botulino, essendo questo batterio incolore e inodore.
Si pensi, al riguardo, che il botulismo può esprimersi in forma lieve, oppure fulminante e può portare alla morte nel giro di ventiquattro ore.
In generale, più i sintomi compaiono precocemente, più l'intossicazione è grave.
Per primi compaiono sintomi legati a disturbi della vista, con una progressiva difficoltà nel parlare, una secchezza della bocca e della faringe.

Il più delle volte si riscontrano i sintomi tipici dell'avvelenamento, con nausea e vomito e, in alcuni casi, vertigini, astenia e capogiri.
La conseguenza più grave è la paralisi dei muscoli respiratori,che può portare alla morte, se non si provvede subito alla respirazione artificiale.
Bisogna pur dire che, se con il ceppo batterico A (presente negli Stati Uniti) si ha una mortalità nel 60-70% dei casi di botulismo, qui da noi in Europa, dove è presente il tipo E, si ha una mortalità minore, del 10-30%.

In ogni caso, ciò che riveste un ruolo fondamentale nei casi di botulismo è, senz'ombra di dubbio, una diagnosi precoce, con somministrazione immediata di antitossine polivalenti: quando la persona intossicata ha superato la fase della paralisi, è lecito aspettarsi la sua completa guarigione.
Attenzione, dunque, al consumo di alimenti conservati sott'olio, soprattutto nel caso siano stati confezionati in casa, con metodi “artigianali”.

sabato 20 luglio 2013

SALUTE | ALIMENTAZIONE: 10 CONSIGLI UTILI PER USARE IN MODO CORRETTO IL FRIGORIFERO

Forse non tutti sanno che il primo frigorifero fu commercializzato soltanto a partire dal 1913, dando con ciò il via a quel fenomeno che gli storici hanno definito la “delocalizzazione dei gusti alimentari”, in considerazione del fatto che, da allora, alle persone fu possibile accedere cibi esotici, prodotti a migliaia di chilometri di distanza.
Come recita un famoso proverbio, però, non è tutto oro quel che luccica: anche nell'uso del frigorifero, infatti, bisogna stare molto attenti a non commettere errori che potrebbero alterare, ad esempio, gusto e proprietà di frutta e verdura.

L'elettrodomestico rifugio di cibo, prelibatezze, acqua e bibite facenti parte della nostra dieta quotidiana potrebbe, dunque, diventare addirittura il peggior nemico della nostra sicurezza alimentare, sia in casa che negli esercizi pubblici.
Tanto che mettere in frigo, ad esempio, frutta esotica ed agrumi, potrebbe farli diventare amari, mentre il pane diventa raffermo più velocemente, se esposto a basse temperature.
A stilare un vero e proprio decalogo della sicurezza nel frigorifero ci ha pensato, allora, il Ministero della Salute.
Ed ecco, di seguito, le 10 raccomandazioni da seguire.
  1. Verificare che la temperatura, all'interno del frigorifero, sia di circa 4-5 gradi a livello della mensola centrale, e che il frigo sia lontano da fonti di calore;

  2. Dato che ogni zona del frigo mantiene temperature diverse, il punto più freddo -generalmente- è in coincidenza della mensola più bassa, sopra il cassetto delle verdure;

  3. Non conservare mai gli alimenti oltre la loro scadenza;

  4. Ogni alimento ha la sua temperatura di conservazione: ad esempio, carne e pesce devono stare nella parte più fredda, solitamente nel comparto inferiore; il pesce fresco, eviscerato e lavato, va consumato entro 24 ore; la carne, se macinata, va mangiata entro 24 ore, (entro 48 ore se di pollo o tacchino), entro 3 giorni nel caso di affettati non confezionati e carne fresca; la parte centrale è idonea per uova, latticini, dolci a base di creme e panna, e per gli alimenti da conservare in frigo dopo l'apertura; le mensole all'interno della porta sono i punti più caldi del frigorifero, e devono essere destinate ai prodotti che necessitano di una leggera refrigerazione (bibite, burro);

  5. Il frigorifero non è indicato per qualsiasi alimento: frutta e verdura stanno meglio a temperatura ambiente;

  6. Non mettere mai in frigo alimenti caldi;

  7. Attenzione alle cross-contaminazioni: vanno separati gli alimenti crudi, da quelli cotti o già pronti;

  8. I contenitori devono essere puliti e chiusi;

  9. Pulire con regolarità l'interno del frigorifero;

  10. Evitare di stipare in modo eccessivo di alimenti il frigo, l'aria fredda all'interno deve poter liberamente circolare attorno al cibo.

martedì 16 luglio 2013

SALUTE | ALIMENTAZIONE | DIETE: PURTROPPO NON ESISTONO SCORCIATOIE PER PEDERE PESO

Inseguire il miraggio del dimagrimento rapido, magari incappando in una di quelle diete che promettono scorciatoie, può rivelarsi, alla fine, un vero e proprio flop.
Questa volta è l'Unione Nazionale Consumatori (Unc) a lanciare l'allarme, a proposito di possibili inganni della “gola”.
L'amara verità, purtroppo, come ci ricorda il segretario generale dell'associazione, Massimiliano Dona, è che Per dimagrire non bisogna avere fretta, ciò che va modificato sono le errate abitudini alimentari”.
Dona mette così in guardia le aspiranti taglie 40 “Attente agli stregoni: se si vuol perdere peso, ci si deve sempre rivolgere a degli esperti, evitando di seguire diete strampalate, frutto di improvvisate fattucchiere”.

Da un'indagine commissionata dall'Unione Nazionale Consumatori -precisa Dona- sono emersi consigli sul cibo, a dir poco davvero curiosi: c'è, ad esempio, chi suggerisce di nutrirsi esclusivamente di patate, chi invita a bere vodka solo perché è meno calorica del vino, mentre sono in voga, quest'anno, la dieta della luna, quella degli omogenizzati, per non dire infine di quella ipnotica.
Ora, partendo dall'assunto che una dieta equilibrata deve sempre essere adattata all'organismo di chi, poi, dovrà seguirla, ecco alcuni utili consigli -che arrivano direttamente dall'Unc- per provare a perdere, in tutta sicurezza, qualche chilo di troppo:
  1. Iniziamo i nostri pasti, possibilmente, consumando un'abbondante insalata mista, poco condita, che ci darà un senso di sazietà, fornendoci al contempo importanti principi nutritivi;
  2. Evitiamo di mangiare speciali tipologie di pane, soprattutto quelle cui vengono aggiunti grassi animali o vegetali;
  3. Riduciamo al minimo indispensabile il consumo di formaggi, dando semmai preferenza a quelli più leggeri, accanto al consumo di latte e yogurt scremati;
  4. Alterniamo il consumo di carne a quello di pesce, cucinato alla griglia o lesso, condito con solo limone o qualche goccia d'olio;
  5. Cerchiamo di consumare, preferibilmente, frutta e verdura in abbondanza;
  6. Limitiamo moltissimo il consumo di bevande alcoliche e/o zuccherate.
In conclusione -avverte Dona- “Si dovrebbe scegliere un'alimentazione varia, si dovrebbero limitare le dosi e bisognerebbe tenere sempre a mente che una vita sedentaria è nemica della linea: senza fare del moto è praticamente impossibile dimagrire.

domenica 14 luglio 2013

SALUTE | ANSIA | STRESS: E' IL LOGORIO DELLA VITA MODERNA CHE PERMETTE AL GENERE UMANO DI SOPRAVVIVERE

Contrariamente a quanto considerata nell'uso comune, la parola “stress” è tutt'altro che figlia dei nostri tempi moderni.
Questo termine, generalmente utilizzato per indicare uno stato di tensione, ansia, malessere diffuso e preoccupazione, era in voga già all'età della pietra, seppur non nella stessa accezione che oggi conosciamo.

Anche l'uomo primitivo, infatti, soffriva di emozioni e sentimenti e provava stati d'ansia, tanto che è stato proprio lo stress uno dei principali fattori che ha permesso ai nostri antenati di sopravvivere a bestie feroci e a condizioni climatiche ed ambientali, il più delle volte inospitali.
Senza provare un forte stato d'ansia, difficilmente gli uomini primitivi avrebbero potuto difendere se stessi e i loro famigliari, ad esempio, dall'attacco di tigri con i grandi denti a sciabola.
 
Ai giorni nostri, pur non essendo minacciata la nostra sopravvivenza da animali antidiluviani, altri nemici -più astuti ed invisibili- attaccano quotidianamente la nostra specie.
Dall'inquinamento all'alimentazione, dai ritmi lavorativi al traffico cittadino, i moderni moloch sono lì fuori in agguato, l'importante è non farsi trovare impreparati.
Ecco, allora, alcuni consigli utili per combattere la nostra personale guerra al logorio della vita moderna.
  • Ricordate quando eravate imbottigliati nel traffico alle sette di sera, dopo una dura giornata di lavoro, ed improvvisamente hanno trasmesso alla radio una canzone che vi ha fatto subito sentire un po' meglio? Ebbene, in quel caso, avete sperimentato il grande potere taumaturgico della musica, che può motivare, ispirare ma, soprattutto, rilassare;

  • Sforzatevi di dormire un po' di più: molti studi hanno dimostrato che il sonno possiede la capacità di rendere più attenti, di migliorare il funzionamento cognitivo e di diminuire lo stress;

  • Dedicate, senza esagerare, almeno un po' del vostro prezioso tempo all'esercizio fisico: otterrete il risultato di ridurre la produzione di ormoni che causano lo stress (come il cortisolo), aumentando al contempo quella delle benefiche endorfine;

  • Basta con quei musi lunghi: ridere fa bene, non ha alcuna controindicazione, e non costa nulla;

  • Per aiutare il buon umore, regalatevi 40 g. di cioccolato fondente al giorno, per due settimane: ridurrete, anche in questo caso, il livello degli ormoni responsabili dello stress;

  • Riflettete su quanto tempo perdete imbottigliati nel traffico, o alla ricerca di un impossibile parcheggio: poiché per l'uomo moderno il fatto stesso di possedere un'automobile, rappresenta una delle principali fonti di stress, non appena potete, salite in sella alla vostra bicicletta, un mezzo senz'altro economico ed ecologico, che vi permette di viaggiare ad impatto zero e che, come dicono parecchie ricerche, pare abbia un impatto benefico sia sull'umore, che sulla forma fisica.